cercavo di immaginarmi cosa fosse la prima sera che la famiglia di mia madre era arrivata ad abitare in questo posto. Quello che immagino io di questo posto – anche perché ci ho abitato qui vicino, per tre anni – è questo senso della vita serale: d’estate per esempio, quando la gente esce e se la spassa, i bambini giocano, le vecchie madri stanno a fare delle chiacchiere, gli uomini di solito andavano al caffè a giocare. Ecco, qui trovo che i luoghi, se dettano qualcosa, dettano il senso possibile di una dolcezza della vita, che dovrebbe esserci, dietro cui corriamo. Nei luoghi, appunto, dov’è il desiderio di sentirsi a casa propria. E quindi, quello che vedo in questo luogo è il ricordo di uno spazio comunitario, dove ci si sfiorava magari, di sera, la gente stava sulle porte delle case. In questo, voglio dire, è il senso della dolcezza del vivere, cioè che se arrivi in un posto, e questo posto è un po’ un grembo, un ambiente…
Gianni Celati